Implantologia

A cura della Dott.ssa Sofia Bettini

Il vantaggio principale degli impianti è che, fungendo da “radici sintetiche”, permettono di sostituire i denti persi senza bisogno di ancorarsi ai denti vicini.

In caso di mancanza di un dente singolo, per esempio, è possibile posizionare una corona supportata da un impianto, anziché fare un ponte tra i due denti adiacenti. È possibile anche sfruttare gli impianti come pilastri per fare un ponte di più denti artificiali, supportati da impianti.

In caso di mancanza di tutti i denti, è possibile sfruttare gli impianti sia per stabilizzare una protesi mobile, sia come ancoraggio per una protesi totale fissa.

Posizionamento degli impianti

Il protocollo standard di riabilitazione tramite impianti prevede:

  1. Estrazione del dente
  2. Attesa di almeno 2-3 mesi di guarigione della gengiva e dell’osso
  3. Posizionamento dell’impianto
  4. Attesa di almeno 3 mesi di osteointegrazione dell’impianto all’osso
  5. Impronte e posizionamento della protesi

La procedura chirurgica di posizionamento dell’impianto viene eseguita in anestesia locale, può prevedere una copertura antibiotica e richiede 1-2 settimane di riposo dopo l’intervento. Nei primi giorni post-operatori è possibile avere un po’ di gonfiore e di dolore, controllabile con antinfiammatori standard.

In alcuni casi è possibile evitare di aspettare la fase di guarigione della gengiva e dell’osso, posizionando impianti post-estrattivi immediati. Questa tecnica, più complessa rispetto alla tradizionale, permette al paziente di ridurre i tempi della riabilitazione.

A volte, oltre all’impianto, è anche possibile posizionare subito la protesi supportata da impianti, facendo un carico immediato. Questo approccio permette al paziente di rimanere senza denti per meno tempo possibile. È importante però comunque sempre rispettare la fase di osteointegrazione; quindi, per i primi 3 mesi la protesi avrà solo una funzione estetica, perché gli impianti non potranno subire traumi o carichi.

Dopo la perdita di un dente, l’osso e la gengiva tendono a riassorbirsi nel tempo, soprattutto se il dente aveva causato una o più infezioni o ascessi.

Se l’osso si riassorbe molto, può essere necessario ricostruirlo per riuscire a posizionare un impianto del diametro o della lunghezza corretta. La rigenerazione ossea viene eseguita con una miscela di osso prelevato dal paziente (di solito vicino alla zona in cui manca il dente) e di osso sintetico, stabilizzati con una membrana, formando una struttura simile a un gesso. A volte è possibile rigenerare l’osso durante il posizionamento dell’impianto. Quando manca molto osso, è invece necessario aspettare 6-8 mesi dopo la rigenerazione ossea, prima di poter posizionare gli impianti.

Se la gengiva si riassorbe molto, può essere necessario aumentarla per proteggere l’impianto dall’infiltrazione batterica e dall’infiammazione. La tecnica più utilizzata prevede il prelievo di un innesto dal palato del paziente, che viene suturato alla gengiva intorno all’impianto. Questa procedura può essere eseguita sia durante l’inserimento dell’impianto che intorno a impianti già posizionati.

La protesi su impianti è molto simile a quella su denti naturali. A seconda delle necessità si possono posizionare protesi provvisorie o definitive, in composito, ceramica o zirconia. Le corone possono essere avvitate sull’impianto oppure cementate.

Mantenimento degli impianti

Sugli impianti non si possono formare carie, ma è importante evitare l’accumulo di placca e tartaro, che possono provocare un’infiammazione della gengiva e il riassorbimento dell’osso intorno all’impianto. Perciò è importante che il paziente esegua corrette manovre di igiene orale domiciliare con lo spazzolino e lo scovolino. Inoltre il paziente viene inserito in un programma di controllo e mantenimento con l’odontoiatra e l’igienista dentale.

La mucosite è l’infiammazione della gengiva intorno all’impianto, che causa rossore, sanguinamento, gonfiore, leggero fastidio o dolore allo spazzolamento. Per risolvere la mucosite è necessaria una pulizia approfondita della gengiva intorno all’impianto, eseguita dall’odontoiatra o dall’igienista dentale, associata a una terapia con gel e collutori disinfettanti.

Se non trattata, l’infiammazione può provocare il riassorbimento dell’osso intorno all’impianto e diventare perimplantite: oltre a sanguinamento e gonfiore, si potrà avere alitosi e esposizione di parte dell’impianto nel cavo orale.

In caso di perimplantite può essere necessario eseguire una implantoplastica: questa tecnica prevede un accesso chirurgico all’impianto, che viene pulito e lucidato per ridurre l’accumulo di tartaro. La procedura chirurgica viene eseguita in anestesia locale, può prevedere una copertura antibiotica e richiede 1 settimana di riposo dopo l’intervento. Nei primi giorni post-operatori è possibile avere un po’ di gonfiore e di dolore, controllabile con antinfiammatori standard.